Nota per il lettore:
Chi scrive non è uno scienziato! Per questo motivo si è tentato il più possibile di far parlare fonti autorevoli, sempre citate esplicitamente. Si è deciso di sintetizzare il contenuto del documento proposto per offrire al lettore un'informazione più semplice ed immediata.
In questo terzo articolo di questa serie andiamo ad analizzare le conseguenze che la diffusione del virus ha avuto sulla diminuzione dell'inquinamento dell'aria.
1- TIME-LAPSE ESA
In questo time-lapse risalente al 13/2/2020 e molto diffuso dalle testate online l'agenzia spaziale europea (ESA) mostra come la diffusione di particolato atmosferico fosse drasticamente diminuita già circa 10 giorni dopo il lockdown del paese. Aggiungiamo un aggiornamento su questo fronte. (link)
Queste foto analizzano dati della settimana successiva.
Ed estendendo il campo, forniscono uno sguardo anche alla situazione di Spagna e Francia, che nel frattempo hanno approvato misure simile a quelle italiane.
2- REPORT LEGAMBIENTE LOMBARDIA
Poichè è sempre inutile dire ciò che è già stato detto da qualcuno con maggiori competenze rispetto alle nostre, rimandiamo al report svolto da Legambiente Lombardia sulla diminuzione della concentrazione di polveri sottili nell'aria: link. Ne diamo qui una breve sintesi attraverso le elaborazioni grafiche di dati presenti nell'articolo.
Qui un confronto tra i livelli di concentrazione di PM10 degli ultimi quattro anni. Sotto lo stesso dato numerico. (Ricordiamo che la soglia legale di concentrazione è di 40 microg/mc)
Il report aggiunge anche una visualizzazione complessiva sul peso delle varie attività umane sulla concentrazione di PM10 nell'aria, elaborata da ARPA Emilia-Romagna.
3- DATA ROOM-CORRIERE DELLA SERA di Milena Gabbanelli
Pur essendo stato pubblicato due settimane fa questo articolo del Corriere della Sera (link), a partire dall'analisi dei dati, svolge una riflessione a nostro parere interessante. Nelle conclusioni infatti viene posta una domanda importante che riassumiamo in questo modo: "la diminuzione dell'inquinamento è un fatto, testimoniato da una molteciplità di rilevazione scientifiche, ma è questo un fatto positivo?". La risposta che viene data è quella che anche noi ci sentiamo di sottoscrivere: no. Ma per quale ragione? Vediamolo.
- Innanzi tutto l'effetto serra è da valutarsi nel medio-lungo periodo, non bastano delle drastiche riduzioni se poi si riprenderà allo stesso modo una volta terminata l'emergenza.
- Inoltre a questo fatto segue un'ulteriore aggravante: questo periodo di crisi porrà ulteriori difficoltà nella lotta ai cambiamenti climatici. Infatti, le risorse destinate a provvedimenti in materia ambientale verranno inevitabilmente dirottate altrove nel post-epidemia (di questo aspetto ci occuperemo più diffusamente nel prossimo articolo).
In conclusione è chiaro che l'isolamento forzato dei cittadini ha portato in Italia (e in Europa) a una riduzione dell'inquinamento, ma ciò non porterà assolutamente effetti positivi a livello ambienale nel medio-lungo periodo, anzi peggiorerà le cose.